LA CRISI DEL POKER IN ITALIA

LA CRISI DEL POKER IN ITALIA

La crisi del poker in Italia, Danilo De Berardinis: “la colpa è della mentalità dei nostri casinò, a Malta…”

Intervista con l'esperto tournament director Danilo De Berardinis che analizza per noi il momento del poker e dei casinò in Italia.

Il 2018 nel gaming, sarà ricordato per la crisi dei casinò italiani e del nostro poker live con i players costretti a giocare all’estero. E pensare che il mercato potrebbe essere anche in salute, il potenziale c’è tutto se si pensa che nell’online la spesa nel 2017 era cresciuta di oltre il 20%.
Oltre al danno anche la beffa: alcuni tornei che erano un vanto del movimento, come Italian Poker Open, si disputeranno oltre confine (l’IPO emigrerà all’estero). Il problema riguarda anche gli organizzatori e chi lavora nell’industria del poker live, dealer, td, floorman etc.
Al momento è in corso il Malta Poker Festival, nato da un’idea di Ivonne Montealegre al casinò di Portomaso e a dirigerlo è un italiano, il tournament director Danilo De Berardinis.
La scorsa settimana abbiamo intervistato Rodolfo Zirio, TD del Battle of Malta (evento dei record creato 7 anni fa dalla stessa Ivonne e dall’ex direttore di Portomaso e di Venezia, l’italiano Eros Ganzina). Rudy non era stato tenero con la sua analisi nei confronti dei casinò italiani.
E si allinea alle sue posizioni anche Danilo De Berardinis che oramai lavora a Malta in maniera stabile ed è consulente per il Casinò di Portomaso e Oracle.
Due grossi tornei entrambi diretti da professionisti italiani, segno evidente che i nostri TD sono molto considerati all’esterno. Purtroppo anche per loro è quasi del tutto impossibile lavorare in Italia. Uno dei tanti paradossi del nostro poker.
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Danilio con l’amico Rudy: entrambi i TD nelle ultime due settimane hanno diretto due importanti tornei a Malta
Danilo non risparmia durissime parole nei confronti della gestione dei casinò pubblici italiani.
Per quale motivo secondo te il poker live italiano è entrato in questo cono d’ombra? Eppure i giocatori non mancano…
  • La situazione economica generale non ha senza dubbio aiutato, anche se è stata solo un fattore di questa crisi perché se fosse stato solo un problema di capacità di spesa dei nostri giocatori, bastava solo abbassare il buy-in e tutto era risolto.
    Penso invece che il problema principale sia dovuto ad una carenza strutturale e va ricercato nella situazione a dir poco paradossale dei nostri casinò. E’ evidente che emerga la classica differenza gestionale tra il pubblico e privato. Sia io che Rudy (Rodolfo Zirio, ndr), abbiamo lavorato in tutti e quattro i casinò italiani e l’imbarazzo è evidente se si deve commentare le gestioni.
In che senso scusa? Rodolfo affermava che i tornei non sono visti di buon occhio. Tu che ne pensi, confermi?
  • I tornei di poker sono quelli che portano indotto, giocatori, soldi… ma per i casinò italiani portano solo problemi, dal loro punto di vista. I primi a pensarlo sono i dipendenti che ci vedono come nemici.
Addirittura nemici?
  • Si, ti parlo per esperienze personali. Pensano: “arriva il torneo di organizzatori esterni, bisogna lavorare di più” ed è l’occasione migliore per fare scioperi.
    Ci siamo trovati in questa situazione.
Parole forti le tue ma che confermano le dichiarazioni di Zirio e di altri addetti ai lavori.
  • Permetti ma abbiamo un pò di risentimento… La nostra professionalità è riconosciuta in tutta Europa ma in casa nostra non possiamo lavorare. Per noi i casinò italiani sono off limits.
Dovete lavorare all’estero ed immagino che non sia semplice.
  • Io sono orgoglioso di essere italiano ma in Europa a volte è un peso esserlo.
Facciamo un passo indietro. Come sei diventato tournament director?
  • Eh, il mio è stato un percorso lungo. Ho fatto la gavetta, partendo dal basso. Prima il croupier in Inghilterra, poi tornato in Italia, essendo off-limits i casinò, ho fatto il dealer per Italian Rounders e Pagano Events, poi assistente floorman, floorman ed alla fine tournament director. Adesso la mia evoluzione personale è di consulente per lo sviluppo di strategie di marketing per il casinò di Portomaso e dell’Oracle.
Un’ ultima cosa. Un aneddoto curioso nella tua lunga carriera?
  • Stavamo lavorando in Croazia e vedo al tavolo un giocatore offendere in modo pesante una donna. Gli ho inflitto una penalità molto pesante ma lui si è difeso: “è mia moglie”. E la donna ha confermato: “si è mio marito, può fare quello che vuole”. Ma la penalità è arrivata lo stesso, non ho fatto nessun passo indietro, il comportamento è stato molto grave.
Malta Poker Festival, una sfida personale importante… Senti il peso della responsabilità?
  • Se ti senti preparato quando fai questo lavoro, vuoi queste sfide, vuoi dirigere tornei con field da mille/duemila persone. In passato ho diretto il Battle of Malta con tanti players ai tavoli ed è stato eccitante e molto bello. Quest’anno con il Malta Poker Festival la pressione sarà doppia perché non solo vivo il torneo come TD ma anche come co-organizzatore. E’ un onore e penso che quando gestisci questi eventi la cura del dettaglio sia fondamentale, soprattutto nei servizi nei confronti del player, perché il giocatore deve essere al centro di tutto.
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Scritto da Luciano 'Luckyflush' Del Frate
02/11/2018 17:50

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