Quando Alessandra Cravero e Danilo De Berardinis mi hanno chiesto di collaborare con loro per inserire qualche contenuto in più per il portale di LudosAcademy, ho provato da subito a pensare a quali argomenti avrei potuto rivolgermi.
La mia è ovviamente una posizione leggermente diversa rispetto alla loro e non vorrei commettere l’errore di dare una mano trasformandomi in qualcosa che non sono.
Ed è così che ho deciso di sfruttare il mio vissuto all’interno delle Case da Gioco in una prospettiva del tutto personale, esente e scevra dal motivo per il quale scrivo in questa sede.
La prima idea che mi è venuta in mente è quella di pensare ai Dealer, ai Floorman e agli operatori di sala in generale, attraverso gli occhi di ciò che sono effettivamente e che rappresento, o se volete ho sempre rappresentato, in questo magico mondo.
Per cui, quella parte ludica che mi ha sempre attirato, insieme a quella lavorativa e professionale che mi ha permesso di mettere un piatto caldo a tavola da 20 anni a questa parte, mi ha portato a buttare giù 5 “richieste” che un giocatore/osservatore può permettersi di inoltrare a chi lavora a stretto contatto coi players.
Lungi da me “rubare il lavoro” ai due mostri sacri di cui sopra. Siate magnanimi e prendete il tutto con le molle, come se volessi mettervi in difficoltà e aggiungere, in modo del tutto inopportuno, le impressioni di chi ha osservato per anni chi fa la vostra professione.
- L’interazione coi giocatori
Ciò che ho sempre messo in evidenza quando è stato il momento di parlare con i Dealers che mi chiedevano come sembrava il loro lavoro visto da fuori, è la capacità di creare un’atmosfera con il giocatore.
Questo non significa creare un festino coi palloncini al posto 3 e ordinare una bottiglia di Martini per il posto 7, ma quando al tavolo arriva un Dealer che crea un rapporto amichevole coi giocatori e lascia il broncio a casa, avrà molte più possibilità di abbandonare la compagnia lasciando in quel tavolo un bel ricordo.
Non è sempre facile: ci sono dei giocatori che non lo permettono, può capitare la giornata in cui non tutto va liscio e siamo, prima che professionisti, uomini e donne.
- La conoscenza delle regole
Questo punto non ha un abissale bisogno di approfondimento, in ogni campo chi sa fare il proprio mestiere a prescindere dalla sua professione, parte sempre e comunque avvantaggiato rispetto ai propri colleghi. Ha una maggiore possibilità di fare squadra e, in un gruppo coeso, si crea una sala rivalità atta solo a raggiungere il risultato finale collettivo.
Qualsiasi esso sia.
- L’interpretazione del momento
Ci sono momenti durante il gioco in cui occorre cambiare pelle, analizzare il momento in un brevissimo lasso di tempo e, conseguentemente, reagire in modo che torni tutto alla normalità senza che succeda il finimondo.
Gli “scoppi” al tavolo ad un torneo importante, una mano maledettamente difficile nella quale i due giocatori più polemici del tavolo si stanno scontrando più verbalmente che tecnicamente, un malinteso tra tutti gli attori del panno verde, sono, tra gli altri, gli esempi in cui il Dealer può, con tutta la sua professionalità, recitare un ruolo importantissimo.
Ma avrete due insegnanti che in questo sono campioni del mondo.
- La chiarezza
Infondere una sensazione di tranquillità e soprattutto di sicurezza verso i giocatori, è una cosa che mi ha sempre fatto pensare alla qualità che fa capo ad un ottimo staff.
Ricordo più di un episodio al termine del quale il solo intervento di un Dealer capace prima e di un Direttore del Torneo poi, hanno risolto situazioni che sembravano davvero scabrose.
E anche nel momento in cui quella stessa soluzione potesse lasciare qualche dubbio, la sicurezza con la quale gli operatori intervenivano a dirimere ogni questione, diventava comunque un valore aggiunto che aiutava a mettere le cose a posto.
- Anche l’occhio vuole la sua parte
L’ordine e la disposizione al tavolo del materiale che viene utilizzato dai giocatori, la postura, un sorriso in più, sono stati elementi che hanno da sempre colpito la mia attenzione.
Ecco l’attenzione. Anche quella fa parte del bagaglio universale che un Dealer dovrebbe portare al tavolo come ulteriore elemento di professionalità, ci sono alcuni operatori che si guardano intorno mentre un giocatore sta per compiere un’azione che, alle volte, essi perderanno.
Seguiteci, la prossima volta saranno i giocatori a salire sul banco degli imputati!